Gravidanza extrauterina, c'è un rischio dopo la FIV?

30 / 09 / 2019


La gravidanza ectopica o extrauterina si verifica quando l'embrione si impianta al di fuori della cavità uterina e la gravidanza si sviluppa al di fuori dell'utero: nelle tube, nell'ovaio o nella cavità addominale. Sebbene sia rara, è grave perché l'utero è l'unico organo in grado di portare avanti normalmente la gestazione. Per questo motivo, quando si verifica, la gravidanza deve essere interrotta per evitare tutte le complicazioni che potrebbero derivarne.

Esiste un rischio maggiore dopo un trattamento di riproduzione assistita?

Storicamente si è pensato che la fecondazione in vitro potesse aumentare l'incidenza di questa patologia, ma in realtà non incrementa il rischio di avere una gravidanza di questo tipo. Tale associazione è spesso dovuta al fatto che molte delle pazienti che si sottopongono a questi trattamenti soffrono di un precedente problema tubarico. Endometriosi, precedenti interventi chirurgici addominali o infezioni pelviche possono causare difficoltà di gestazione o portare a una gravidanza ectopica.

Quali sono i sintomi di una gravidanza extrauterina?

I sintomi che possono essere causati da una gravidanza extrauterina sono molto variabili. In molti casi non vi è alcuna incidenza clinica, mentre in altri possono essere presenti sanguinamento vaginale e dolore pelvico. In ogni caso, la gravidanza ectopica viene individuata attraverso un esame del sangue e un'ecografia.

Le donne che si sottopongono a un trattamento di riproduzione assistita sono sottoposte a controlli analitici ed ecografici fin dall'inizio ed è possibile individuarla dopo 14 giorni. Quando l'ecografia non mostra alcuna sacca all'interno dell'utero, è necessario eseguire il monitoraggio della beta-HCG.

Qual è il trattamento?

Quando viene rilevata una gravidanza extrauterina, è necessario interromperla con un trattamento farmacologico o chirurgico. Il trattamento da applicare dipenderà dalle condizioni cliniche della paziente e dai risultati degli esami ecografici ed ematici.

L'opzione farmacologica è quella ideale, soprattutto se applicata precocemente, in quanto riduce i rischi associati all'intervento chirurgico. Dopo l'interruzione della gravidanza, sarà necessario attendere un minimo di sei mesi prima di tentare di rimanere di nuovo incinta se è stato scelto il trattamento medico con Methotrexate.

In caso di precedente gravidanza extrauterina, sospetto di danno tubarico, dolore significativo o livelli elevati di b-HCG, è necessario l'intervento chirurgico. Dopo 2-3 mesi si può tornare a tentare di rimanere incinta.

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