L'aborto spontaneo è noto come la perdita di un feto prima della ventesima settimana di gravidanza. Tuttavia, questa è solo la definizione tecnica. L'aborto spontaneo è un'esperienza molto profonda, ma spesso viene considerata un tabù e non se ne parla mai sufficientemente. Spesso la società si aspetta che la persona superi rapidamente la perdita. Per questo motivo, vogliamo sensibilizzare e raccontare cosa significa affrontare un lutto gestazionale.
Quali sentimenti si provano maggiormente dopo la perdita?
Dopo morte del feto, molte donne provano angoscia, disperazione, ma talvolta anche vergogna e inadeguatezza. In effetti, le statistiche indicano che una donna su dieci mostra i segni di un disturbo diagnosticabile come la depressione, l'ansia o il disturbo da stress post-traumatico. Inoltre, poiché questo tipo di perdita è così invisibile, le persone colpite spesso sentono di non avere il diritto di elaborare il lutto, il che può portare all'isolamento.
Ciò che spesso viene trascurato è che questo danno può portare a una mancanza di identità e di senso di sé e della vita.
Come si affronta questo tipo di processo di lutto in terapia?
Sappiamo che nel momento in cui si verifica un test di gravidanza positivo, inizia a formarsi un legame speciale che ogni persona vive a modo suo. Ecco perché diciamo che questa esperienza è unica e, di conseguenza, lo è anche il supporto psicologico, necessario in qualsiasi caso. Ecco alcune delle tecniche più comunemente utilizzate in terapia:
- Storia riproduttiva: si basa sul fatto che tutti noi cresciamo con certe idee sulla famiglia, che vogliamo o meno avere figli. In altre parole, ci sono aspettative o sogni (inconsci o consci) che, quando si subisce una perdita gestazionale fanno sentire di aver perso una parte di sé. Questa tecnica aiuta a rompere queste convinzioni radicate sulla maternità e facilita la fase di accettazione del lutto perinatale.
- Tecniche cognitivo-comportamentali (CBT): questa procedura aiuta a identificare e rielaborare pensieri come il senso di colpa o la paura di non poter avere altri figli. La CBT si basa anche sulla pratica della mindfulness, cioè sul concentrarsi sul presente per diventare consapevoli delle nostre emozioni senza evitarle o rifiutarle.
- EMDR: un metodo che lavora sul passato, sul presente e sul futuro concentrandosi sull'elaborazione dei ricordi che causano disagio e ostacolano la vita quotidiana.
Una nuova gravidanza può alleviare il dolore della precedente perdita?
Ogni situazione è diversa, ma in genere si tratta di una convinzione errata. Come già detto, questo danno può portare a una mancanza di identità e di senso di sé e della vita, che può portare a un attaccamento nella relazione con i figli successivi.
Come aiutare la persona che soffre?
Superare una perdita gestazionale non è facile né veloce. Per questo motivo, l'ambiente in cui vivono le persone coinvolte può favorire o peggiorare questo processo. Ecco alcuni consigli per affrontare questo tipo di situazione:
- La chiave è assumere che il vostro ruolo è quello di accompagnare il processo di lutto. Consentite alla persona di esprimersi verbalmente ed emotivamente senza giudicare se ciò che prova è giusto o sbagliato. Non esiste una cosa "normale", ognuno la vive a modo suo.
- Evitate frasi come "non ti abbattere", "sono sicura che potrai rimanere incinta di nuovo", "meglio adesso che dopo", ecc. Probabilmente le vostre parole non saranno confortanti, quindi vi consigliamo di concentrarvi sull'ascolto.
- Rispetto: ci possono essere momenti in cui avranno bisogno di parlare, ma non sempre. Dovete chiedere se è necessario e rispettare la risposta.
- Avere pazienza.
- Normalizzare la richiesta di un aiuto psicologico, ma sostenere la loro decisione, qualsiasi essa sia.
Sappiamo che a volte non essere in grado di aiutare di più o di risolvere il problema ci crea un forte senso di impotenza, ma dobbiamo accettare che ciò non dipende da noi e che, come abbiamo detto, il nostro ruolo è quello di accompagnare. Stare vicino. Prenderci cura.