PMA Essere single non vuol dire essere sole

Federica sentiva un grande desiderio di maternitá ma il suo compagno non arrivava. È cosí che decise di intraprendere questo percorso sola. “in realtá mi sono resa conto che non ero sola, ho sentito la vicinanza della famiglia e degli amici e questo mi ha fatto capire di essere pronta” “sentivo di essere in buone mani, avevo piena fiducia e questo è stato fondamentale per me”

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Trascrizione

[00:00:13.960] 

IN Fertile-CAST, the Barcelona IVF Podcast.

[00:00:13.980] - Michela

Ciao a tutti e ben ritrovati al podcast dedicato alla PMA. Io sono Michela dalla clinica Barcelona IVF. E nella puntata di oggi abbiamo qui con noi Federica. Federica è una ragazza single che ha deciso di coronare il suo sogno di diventare mamma ricorrendo a una fecondazione in vitro. È qui con noi oggi per raccontarci la sua storia, la sua esperienza e condividere con tutti noi come ha vissuto tutto il percorso, sia dal punto di vista medico, ma anche e soprattutto dal punto di vista emotivo. Diamo quindi il benvenuto a Federica e la ringraziamo per aver accettato il nostro invito e rendersi disponibile a parlare di un argomento che a volte non è sempre facile condividere, soprattutto in Italia. Ciao Federica.

[00:00:57.660] - Federica

Ciao, buongiorno a tutti e grazie a voi per l'invito.

[00:01:01.050] - Michela

Ci mancherebbe, è un piacere! Allora Federica raccontaci un po' la tua storia, quindi prima del trattamento: cosa c'è stato prima? Come hai maturato questa decisione di ricorrere a un trattamento di fecondazione assistita? E anche se puoi dirci come il fatto di essere single, ha inciso nel prendere questa decisione.

[00:01:23.160] - Federica

Allora è una cosa che ho maturato in diverso tempo, ovviamente questa decisione. Non è che mi sono svegliata una mattina dicendo "Ok, vado a farlo". Ho iniziato ad avere questo forte desiderio di maternità e ovviamente però, essendo sola, mi ero inizialmente data un po' di tempo con l'idea di vedere se sarebbe arrivato l'uomo giusto. Poi aspetta, aspetta, mi sono detta ok, però qua io invecchio e se l'uomo giusto non arriva o arriva fra tot anni io non voglio avere rimpianti. Quindi non voglio arrivare a 50 anni, guardarmi indietro e mangiarmi le mani per aver perso questa cosa grossa, quindi diventare mamma che volevo assolutamente fare nella mia vita. E quindi appunto piano piano ho iniziato a pensare di farlo da sola. Ho iniziato a informarmi, andare un po' sui forum a prendere informazioni. E visto che in Italia non è possibile fare questo per le persone single, mi sono subito orientata verso la Spagna, un po' perché avevo delle conoscenti che me ne avevano parlato e quindi, appunto, piano piano, pensandoci, parlandone con la mia famiglia e con i miei amici più stretti che mi hanno subito appoggiato in questa scelta, ho preso una decisione.

[00:02:44.280] - Federica

Chiaramente l'essere single non è una cosa che inizialmente mi ha aiutato, anzi, tutt'altro. Proprio perché ci sono ancora un po' di pregiudizi e perché io stessa pensavo "Oddio, sarò capace di affrontare tutto il percorso e poi prendermi cura della mia bambina o del mio bambino, da sola?". In realtà mi sono resa conto che non ero sola e quindi sì, non avevo un compagno, ma appunto sono stata fortunata perché fin da subito ho sentito il bene e la vicinanza delle persone intorno a me. Quindi sia della mia famiglia allargata quindi anche di zie che dei miei amici stretti, e quindi questo ha fatto tanta differenza e mi ha fatto decidere sì, ok, sono pronta per intraprendere questo percorso. Ho questo forte desiderio, ho delle persone che mi sostengono, in qualche modo ce la farò.

[00:03:34.380] - Michela

Grazie Federica. E il fatto di dover andare all'estero per fare un trattamento, quindi, e per coronare il tuo sogno, questo aspetto come l'hai vissuto?

[00:03:46.270] - Federica

Questo aspetto, devo dire, chiaro, sarebbe stato più comodo farlo in Italia sotto casa. Però tutto sommato non è una cosa che mi ha inquietato particolarmente. Quindi la Spagna è un paese che mi piace molto, ho scelto Barcelona, che è una città in cui ero già stata, quindi che un po' conoscevo, dove comunque avevo dei bei ricordi, quindi no. Devo dire che il fatto che fosse all'estero non mi è pesato in maniera particolare.

[00:04:13.830] - Michela

Non è stato difficile, quindi...

[00:04:16.140] - Federica

No avevo un po'- scusa. Avevo un po' all'inizio il timore che nelle cliniche non parlassero bene l'italiano e quindi come facevo, come farò a interloquire e a farmi capire se non c'è personale che parla bene la mia lingua? Cosa di cui sono stata subito rassicurata, perché ovviamente invece c'è gente che parla benissimo l'italiano e quindi questo non è stato mai un problema. Assolutamente.

[00:04:42.240] - Michela

Bene, bene, siamo contenti. Quindi come sei venuta a conoscenza della nostra clinica? Sappiamo che la tua prima scelta non è stata Barcelona IVF, che hai iniziato il tuo percorso con un'altra clinica, però non ti sei trovata molto bene. Ecco quindi come sei entrata in contatto poi con la nostra clinica e come ci hai conosciuto?

[00:05:02.850] - Federica

Esatto. Io ho iniziato con un'altra clinica, purtroppo, con cui non mi sono trovata per niente bene perché c'era pochissima attenzione alla persona e quindi io non mi fidavo assolutamente di queste persone. Ogni volta parlavo con una persona diversa, non sapevano il mio nome, mi leggevano le cartelle cliniche- insomma, sentivo che non ero in buone mani. Quindi già, è un percorso emotivamente abbastanza impegnativo...

[00:05:30.390] - Michela

Non ti sei sentita accompagnata.

[00:05:32.490] - Federica

Non mi sono sentita accompagnata per niente, che è un fattore fondamentale. Avere fiducia nelle persone che accompagnano a fare questo percorso. E quindi, per fortuna, ho sentito parlare della vostra clinica dall'amica di un'amica, anche lei single, che stava effettuando questo percorso presso di voi e che, sentendo il carico di ansia e tutte le difficoltà che avevo io, mi disse "No, ma io invece è tutta un'altra cosa. Parlo sempre con la stessa persona, sono splendide le persone che mi seguono". E io dicevo "Oddio, allora non è necessariamente un'esperienza così brutta come la sto facendo io". E quindi, parlando con questa amica dell'amica, mi ha dato i vostri contatti, vi ho contattato ed è stata la svolta. Perché è tutta un'altra cosa.

[00:06:21.090] - Michela

Hai sentito sin da subito, diciamo, questo calore, questo accompagnamento.

[00:06:25.320] - Federica

Esatto, questo calore, questo accompagnamento. Quindi il primo contatto è stato con l'assistente al paziente. Sempre la stessa, che anche lì sembra una banalità ma per me era un mondo che si apriva perché nella clinica precedente invece parlavo ogni volta con non so chi, perché non sapevo chi era. E invece qua, avere una persona che è sempre la stessa, che ti segue, che ti risponde alle mail, che per qualsiasi problema se io avevo bisogno, "Ok, posso chiamarvi?" "Sì, certo. Chiamaci." Importantissimo. E quindi mi sono subito sentita, appunto, ben seguita. E che in ogni caso, come sarebbe andata, bene o male che questo ovviamente la certezza non c'è mai, sentivo di essere in buone mani, quindi avevo piena fiducia e questo è stato fondamentale per me.

[00:07:12.750] - Michela

Chiaro, chiaro. È fondamentale alla fine sentirsi seguita e realmente accompagnata passo passo, per mano.

[00:07:20.160] - Federica

Assolutamente.

[00:07:23.190] - Michela

E il fatto magari ecco di avere iniziato il trattamento nell'altra clinica e poi invece essere approdata nella nostra clinica e fare quindi anche il trasferimento degli embrioni che avevi nell'altra clinica, questo ti ha generato comunque una preoccupazione oppure questo aspetto come l'ha vissuto?

[00:07:42.450] - Federica

Sì, mi ha generato una preoccupazione sempre ovviamente legata alla gestione della vecchia clinica. Perché io ho cercato per forse un mese di parlare con qualcuno al telefono e non riuscivo. Mi mettevano continuamente in attesa. Quindi io pagavo anche un sacco di soldi perché chiamando dall'Italia alla Spagna... E poi o cadeva la linea o mi passavano qualcuno che mi diceva "Ma non sto seguendo io la sua pratica, non so darle informazioni, richiami domani". Quindi io ogni giorno, davvero ogni giorno per un mese facevo telefonate in questa clinica sperando di avere informazioni e non riuscivano ad darmene. E quindi è stato un mese abbastanza carico di ansia. Sì, devo dire di sì.

[00:08:25.120] - Michela

Immagino. Ho capito Federica. Grazie mille per tutto questo. E una volta quindi che hai iniziato con noi, quali sono state le varie fasi del trattamento? Quindi come è stato il processo?

[00:08:43.650] - Federica

Ok, allora io ho contattato la clinica, credo con una mail, adesso non ricordo. E appunto, mi è stata assegnata un'assistente al paziente che quindi è una persona che si incarica di tenere i contatti iniziali con il paziente. E quindi io ho spiegato un po' la mia situazione, quello che intendevo fare e quindi questa persona mi ha seguito, dandomi poi un appuntamento virtuale per parlare col medico, in modo da appunto capire cosa avevo fatto prima, cosa avevo intenzione di fare presso la clinica. Quindi ho fatto il colloquio virtuale con il medico e una volta deciso come proseguire, quindi, una volta poi iniziato il trattamento vero e proprio, l'assistente al paziente mi ha passato in carico, diciamo, all'assistente medica che è quella che poi mi ha sempre seguito durante tutto il percorso, sia di stimolazione, sia nelle visite. Quindi per qualsiasi problema, per qualsiasi difficoltà, sia via mail che telefonicamente, io mi sono sempre interfacciata con lei, che quindi ha sempre seguito il mio caso e che sento ogni tanto ancora adesso per aggiornarla su come sta la bambina. Quindi molto carina, mi sono trovata sempre molto bene.

[00:10:00.180] - Michela

Quindi si instaura una vera e propria relazione alla fine con l'assistente, chiaro.

[00:10:01.980] - Federica

Si, assolutamente.

[00:10:05.310] - Federica

E anche la dottoressa che mi ha visto per i colloqui virtuali, diciamo, è quella che poi, una volta arrivata a Barcelona per le visite, e per fare tutto il processo mi ha sempre seguito, anche a Barcelona, con gli esami e con le visite. Quindi, anche con la dottoressa, mi sono trovata molto bene, assolutamente. Sono molto contenta.

[00:10:28.820] - Michela

Un buon rapporto.

[00:10:29.350] - Federica

Sì. È stato un po' questo l'iter.

[00:10:33.130] - Michela

Certo. E volevo chiederti se hai dovuto prendere molti farmaci, quindi durante tutto il trattamento è stato faticoso, è stato pesante? Quanti farmaci hai dovuto prendere?

[00:10:43.960] - Federica

Allora, erano due iniezioni al giorno, per una decina di giorni forse, una settimana. Quindi da che arriva il ciclo, fino poi al giorno prima del prelievo degli ovociti. E quindi credo più o meno una settimana. Due punture di ormoni. No, devo dire che io avevo letto nei forum di altre persone che avevano avuto sbalzi di umore, gonfiore addominale o effetti collaterali particolari. Io non ho avuto problemi particolari, quindi le punture le facevo io. Sono abbastanza semplici, quindi nella pancia. L'ago è abbastanza sottile. Quindi io non sono infermiera, non sono un'esperta, ma comunque sono riuscita a farmele senza problemi. Ho cercato chiaramente in quei giorni di stare un pochino più tranquilla, quindi di non andare a fare otto ore di palestra o corse nel parco. Però devo dire che sono riuscita-

[00:11:42.520] - Michela

L'hai fatto da sola, quindi.

[00:11:42.530] - Federica

Sì, sì, quindi esatto. Questo due punture serali e poi l'ultima puntura, quando il medico ritiene che gli ovociti siano pronti, siano maturi adesso non so qual è il termine giusto, di Ovitrelle che credo che sia questo farmaco che consente il rilascio degli ovociti. Quindi due punture per tutto il percorso e poi l'ultimo giorno questa terza puntura. Insomma, finale un po' a conclusione.

[00:12:08.820] - Michela

Ok, perfetto. E poi arriva insomma il tanto atteso momento del transfer. Quindi se ci puoi raccontare le tue sensazioni e le tue emozioni prima e subito dopo il transfer.

[00:12:26.590] - Federica

Tante, tante emozioni. Perché il transfer, secondo me, è proprio il momento in cui si concentrano un po' tutte le aspettative e quindi c'è un po' di tutto. Ovviamente ci sono un po' di pensieri negativi, quindi "Oh mio Dio, se va male". E poi invece c'è tutta la parte bella di speranza, di aspettative, di pensieri sul dopo. E quindi speriamo che vada bene, se va bene poi c'è la gravidanza e quindi è un momento bello intenso.

[00:12:55.120] - Michela

Bello intenso, chiaro.

[00:12:57.100] - Federica

Quindi anche qui secondo me quello che fa la differenza è avere a fianco qualcuno che guidi e che accompagni, appunto, di cui so che posso fidarmi. Quindi questo per me è stato importantissimo. Quindi anche quel giorno che mi ha fatto l'intervento è stato assolutamente super sorridente, super attento, super gentile. Anche cercando un po' di sdrammatizzare. Mi ha messo assolutamente a mio agio. Quindi questo è stato fondamentale. Però ecco, sì, diciamo che il giorno del transfer c'è proprio una marea di emozioni.

[00:13:36.700] - Michela

Tutte accumulate nello stesso momento.

[00:13:39.220] - Federica

Assolutamente sì, assolutamente sì.

[00:13:41.310] - Michela

Chiaro, chiaro. Invece, questo momento di attesa. Un altro momento molto carico di emozioni, no? Tra il transfer e il test di gravidanza, quindi sappiamo che in questa attesa ci può essere anche molta ansia. Quindi com'è affrontare da soli comunque questo momento carico di ansia, emozioni positive e negative, preoccupazioni? Insomma, raccontaci un po'.

[00:14:05.260] - Federica

Sì, allora, sono più o meno due settimane, se non ricordo male, dal transfer al test di gravidanza. Sì, son due settimane in cui uno veramente conta i giorni. Mi ricordo che la mattina del test di gravidanza mi sono svegliata alle 05:30 per fare il test senza aver mai dormito.

[00:14:24.280] - Michela

Sudando.

[00:14:24.280] - Federica

Esatto. Diciamo che ho cercato di non [incomprensibile 00:14:29] troppo. Quindi chiaro che un pochino di ansia c'è, mentirei se dicessi "No, non ci ho mai pensato". Falso. Chiaro che una parte della testa è lì. Però devo dire che ho cercato di vivermelo nella migliore maniera possibile. Quindi era giugno forse, sono andata un po' al mare con gli amici. Diciamo che ho cercato di [incomprensibile 00:14:50] la mia vita e quindi di stare in compagnia, di fare cose piacevoli, di lavorare un po' come ho sempre fatto. Uscire con gli amici, prendermi invece un po' di momenti di svago [incomprensibile 00:15:01] un weekend lungo al mare. E di avere pensieri positivi. Quindi dire "Ok, ovviamente io spero che vada bene, mi focalizzo su questo e se invece non andrà bene ci penseremo, ci riproverò". Quindi, ripeto, un po' di ansia c'è. Però secondo me è molto importante cercare di fare cose positive.

[00:15:23.470] - Michela

Cose belle.

[00:15:25.630] - Federica

Sì. E di avere una visione positiva, sì.

[00:15:28.180] - Michela

E di vivere comunque una vita il più normale possibile.

[00:15:31.320] - Federica

Sì, io ho continuato ripeto. Quello che ho fatto è avere un po' di precauzioni, quindi non bere alcol anche se ancora non sapevo, però ho cercato di non bere alcol, di non fare sforzi eccessivi, ma poi veramente per tutto il resto ho fatto tutto, quindi sono andata in spiaggia a prendere il sole, sono uscita con gli amici, sono andata a passeggiare.

[00:15:54.160] - Michela

Certo. Perfetto. Senti una domanda volevo farti: come si vive il fatto di dover ricorrere al seme di un donatore? Nel senso se è facile accettare questa cosa, oppure dal momento che uno prende la decisione comunque di intraprendere questo percorso già lo da un po' per scontato, il fatto di dover ricorrere al donatore?

[00:16:18.340] - Federica

Sì, diciamo che secondo me, almeno per quanto mi riguarda, la difficoltà è stata un po' prima di prendere la decisione. "Oh mio Dio, ma che cosa?" É ovvio che se io mi immagino dieci anni fa, quando pensavo di diventare mamma, non era esattamente il modo in cui me lo sarei immaginato, chiaramente, no? Avrei preferito una modalità più naturale, mettiamola così. Una volta però presa la decisione, quindi posto che io avevo questo forte desiderio, che comunque la possibilità per fortuna c'è, una volta accettata la cosa non mi ha più dato particolarmente fastidio. Anzi, diciamo che sotto alcuni aspetti, piuttosto che dire "Ok, non lo so, esco una sera, vado in discoteca, vado con uno e così rimango incinta ed è una cosa più semplice. Spendo meno soldi e faccio più in fretta". No, perlomeno col donatore so che è tutto assolutamente controllato e quindi questo mi ha dato molta sicurezza, ok? Quindi appoggiarmi ad una clinica in cui so che tutto il seme dei donatori è assolutamente controllato, che sono sani e che sono in buona salute. Che quindi-

[00:17:31.600] - Michela

Certo, ti da una garanzia e una tranquillità.

[00:17:34.750] - Federica

Esatto, quindi per me, appunto, una volta presa la decisione, quindi superato l'empasse di mamma mia, che cosa strana! Una volta accettato questo poi no, non ho più avuto problemi. Forse è più un problema per gli altri, quando lo si spiega per la prima volta e la gente...

[00:17:52.150] - Michela

Eh, sì. Quello è un altro step già.

[00:17:54.460] - Federica

Esatto. Però no, anzi, mi ha dato molta sicurezza sapere che tutto è controllato.

[00:18:00.430] - Michela

Bene. E ora ero curiosa di sapere se hai deciso di parlare a tua figlia del percorso che hai affrontato e quindi anche di questo aspetto, insomma di dover ricorrere a un seme di un donatore. Insomma, se racconterai a tua figlia tutto quello che hai vissuto e come è stata concepita?

[00:18:21.160] - Federica

Sì, assolutamente sì. Anche questi erano pensieri che facevo ancora quando dovevo prendere la decisione. Per me non c'era, cioè non l'ho neanche contemplato il fatto di fare questo percorso e di mentire a mia figlia. Quindi, certo. Quindi, in base all'età, ma quando inizierò a dare a lei delle informazioni, perché mi immagino che già tra un paio d'anni mi chiederà "Ma perché gli altri bimbi all'asilo hanno il papà e io no?" Dovrò trovare il modo, nella maniera più naturale possibile di spiegarle perché lei in qualche modo è diversa dagli altri, no? Perché appunto questo problema secondo me prima o poi si porrà. Però assolutamente sì. Non ho intenzione di mentire. Quindi spiegherò a mia figlia che è stata molto desiderata, che la mamma l'ama tanto e che ha deciso di averla, anche senza un papà, che ci sono tante famiglie diverse: chi ha due papà, chi ha due mamme, chi ha la mamma e il papà, chi ha solo il papà, chi ha solo la mamma.

[00:19:18.330] - Michela

Esatto. E l'importante è che ci sia l'amore, insomma, ecco.

[00:19:22.360] - Federica

Esattamente. Che ha tante persone che le vogliono bene: io, la zia, i nonni, gli amici. Quindi sì, sì, sì.

[00:19:29.350] - Michela

Bene. E niente, Federica concluderei insomma chiedendoti cosa ti senti di consigliare a una ragazza single che vuole intraprendere insomma lo stesso percorso e che quindi sta pensando di diventare mamma con tutte le preoccupazioni che, come sai, una ragazza single può avere. Quindi cosa ti senti di consigliarle?

[00:19:53.690] - Federica

Allora due consigli mi sento di dare: uno, di non preoccuparsi troppo dei giudizi della gente. Perché chi, come dire, chi la conosce, chi le vuole bene capirà la sua scelta e la appoggerà e la comprenderà. E chi invece... Il vicino di casa, non lo so, l'amica che non la capisce, ci dispiace, ma come dire è un problema suo. Quindi di non farsi condizionare dalle eventuali persone che potrebbero non capire. Quindi di non avere questo rimpianto. Quindi se lei ha questo desiderio di focalizzarsi sui suoi bisogni, sulle sue emozioni e non dare troppo peso ai giudizi degli altri. La seconda cosa é di non sentirsi sola, perché single non vuol dire sola. E quindi appunto stare attenta alle persone che ci sono intorno a lei. E questo è importantissimo, secondo me. Io non avrei potuto fare questa scelta se non avessi sentito l'appoggio e il bene della mia famiglia e delle persone intorno. Quindi se all'inizio anch'io il mio timore era "Oddio, sono single, vuol dire che sono sola a crescere la bambina", no, non sono sola. Non ho un compagno, quindi sì, non sono in coppia. Ma non sono sola.

[00:21:13.720] - Michela

Anche un po' selezionare le persone che ci sono intorno è importante.

[00:21:17.890] - Federica

Esatto, esattamente, esattamente. Quindi parlarne. Perché ovviamente non credo che sia... Almeno per quanto mi riguarda non è un percorso che avrei potuto affrontare da sola, appunto, secondo me, essere supportati sia dal punto di vista emotivo che proprio pratico, sia mentre si fa questo percorso, sia dopo, quando nasce la bambina o il bambino è fondamentale. Quindi circondarsi di persone care, che ci siano, che siano presenti che ti vogliano bene e fregarsene dei giudizi delle persone che invece non capiscono. Questi sono i due consigli che mi sento di dare.

[00:21:54.790] - Michela

Grazie. Ottimi consigli, davvero. Federica, che dire? La tua storia davvero molto emozionante. Sono sicura che saranno molte le ragazze che si potranno rispecchiare nelle tue parole o che potranno usare, tra virgolette, la tua esperienza per farle sentire un po' meno sole. Sappiamo che in Italia prendere la decisione di ricorrere a un trattamento di PMA essendo single non è una scelta facile, perché la società e la cultura e a volte le nostre stesse famiglie, ci fanno vivere tutto questo un po' come un tabù. E per questo grazie, Federica. Grazie per aver raccontato la tua storia con la naturalità e la trasparenza di cui questi argomenti hanno bisogno. Grazie.

[00:22:36.250] - Federica

Grazie a voi. Se può servire per altre ragazze ne sono ben contenta. Quindi grazie a voi per questa possibilità.

[00:22:42.700] - Michela

Grazie a te! Da Barcelona IVF è tutto, ci sentiamo nella prossima puntata con un'altra interessantissima storia da raccontarvi.

[00:23:04.040]

IN Fertile-CAST, the Barcelona IVF Podcast.

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