Oneofmany: un movimiento nato ‘grazie’ all’infertilitá a servizio dell’infertilitá
Loredana Vanini
In Italia, soprattutto per un fattore culturale, parlare di infertilitá é sempre stato un tabú. Loredana, grazie al movimento da lei creato, decise di invertire la rotta e creare una rete di condivisione per rendere l’infertilitá piú leggera, piú umana e meno tabú.
Trascrizione
Barcelona IVF
On-Fertile Minds, The Barcelona IVF Podcast.
Michela (Barcelona IVF)
Ciao a tutti e benvenuti al podcast di Barcelona IVF, On Fertile MINDS. Questo podcast è un progetto che parla della storia di persone per le quali la fertilità ha giocato un ruolo chiave nelle loro vite, tanto da decidere di dedicare il proprio lavoro o parte del proprio lavoro all'informazione e alla sensibilizzazione degli argomenti che riguardano fertilità e PMA. Oggi con noi abbiamo Loredana Vannini, che per chi non la conoscesse è la fondatrice del movimento ONEOFMANY. Quindi Loredana ha deciso di dedicare la sua vita a questo progetto con l'obiettivo di aiutare coppie, sensibilizzare le tematiche relative alla PMA e far conoscere anche i professionisti e le cliniche che lavorano in questo ambito. Allora diamo il benvenuto a Loredana. Ciao Lori, buongiorno. Grazie ovviamente per aver accettato il nostro invito. Mi sembra un po' strano questa volta essere io quella che ti intervista, normalmente sei tu, quindi ho l'onore di intervistarti oggi.
Loredana Vannini
No, è terribilmente comodo invece.
Michela (Barcelona IVF)
Come è stare dall'altra parte?
Loredana Vannini
Rilassante.
Michela (Barcelona IVF)
Sì?
Loredana Vannini
Sì, a voglia.
Michela (Barcelona IVF)
Perché chi è dall'altra parte ha meno il controllo della situazione, no? Perché io ti faccio domande, quindi non sai dove va...
Loredana Vannini
Però diciamo che stiamo per parlare di un argomento che mastico da un po', quindi no, non ho...
Michela (Barcelona IVF)
Parlando di te, sei preparata.
Loredana Vannini
Diciamo di sì, insomma, mi conosco abbastanza, anni e anni di terapia a qualcosa servono.
Michela (Barcelona IVF)
Bene, quindi parliamo di te. Allora, volevamo sapere un po' come sei arrivata a fare ciò che fai, cosa ti ha spinto a creare questo movimento?
Loredana Vannini
Ok, considera che io ho scoperto di essere infertile quando nemmeno sapevo la differenza tra follicolo e ovocita. Avevo 35 anni e avevo iniziato a pensare che magari da lì a qualche anno avrei avuto un figlio e sono andata a fare il controllo annuale e scopro che la mia riserva ovarica è molto ridotta e che quindi mi viene detto: "Signora dai tra sei mesi può andare in menopausa". Quindi è stato abbastanza traumatico innanzitutto perché mi hanno dato della signora e ancora... Perché questa menopausa precoce, in qualche modo, cioè se io devo essere proprio onesta al 100%, quando qualcuno o amiche che avevano scelto di fare figli qualche anno prima mi parlavano, io pensavo sempre: "Chissà se per me sarà facile". Questa sensazione in sottofondo io ce l'ho sempre avuta un po'. Sentivo che non sarebbe stata proprio una passeggiata di salute, quindi quando me l'hanno detto mi sono fermata terrorizzata perché ero una che andava a fare l'ecografia e la visita ginecologica annuale per niente volentieri. Mi ha sempre dato molto noia, molto fastidio. Quindi sapevo che mi stavo inoltrando in una situazione di medicalizzazione totale.
Loredana Vannini
Quindi ho iniziato come un treno perché ho fatto tante fecondazioni, cinque il primo anno, poi ho vissuto l'esperienza di un aborto e un raschiamento, quindi per me è stata una batosta in quel momento, forte, mi sono fermata per un anno e mezzo e poi ho ricominciato con più calma.
Loredana Vannini
Ma diciamo che la solitudine è stato un po' il filo conduttore di questi anni. Inizialmente perché non ne parlavo, ho iniziato a provare proprio la vergogna e l'imbarazzo di dire che qualche cosa in me non funzionasse. Sono sempre stata una persona leggera, in qualche modo che cercava di porsi con le persone in una maniera anche frivola, ho sempre capito che sorridere nella vita era un grande aiuto e un grande motore per affrontare tutto, dallo studio, il lavoro, insomma che poteva essere una filosofia e mi ci trovavo. Dover dire una cosa così pesante, l'aborto, poi ovviamente non ne ho avuto soltanto uno, non mi andava proprio, mi metteva a disagio. Quando invece poi mi sono stancata di questo silenzio, perché poi ovviamente sei sposata e inizi a non essere più una pupa e quindi ti chiedono: "Ma vuoi figli, vuoi figli?". E mi sono aperta con qualcuno, lì ho avuto proprio le porte in faccia, nel senso i giudizi. I pregiudizi degli altri, inclusi i familiari, che magari ti dicevano: "Hai aspettato troppo", oppure, "Attenta, ora che fai, all'improvviso decidi di avere un figlio e quindi spendi tutti i tuoi soldi per questo?", o, "Attenzione a queste cure ormonali che ti viene il cancro", quindi era una paura su una paura, cioè parlando con gli altri io mi appesantivo soltanto e restavo ferita da delle frasi.
Loredana Vannini
E ho capito proprio che il gap era quello, ovvero le persone intorno a noi vanno educate perché quello che dicono sono appunto pregiudizi senza avere la giusta informazione e io mi sono messa lì piano piano a tutti a spiegare quello che man mano capivo io. Perché io proprio sentivo che fosse importantissimo per me avere l'appoggio degli altri. Io volevo, desideravo che le persone accanto a me dicessero: "Provaci che alla fine ci riesci, vai avanti come un treno" e invece avevo soltanto persone che mi buttavano addosso le loro paure e questo mi isolava. Poi negli anni io ho fatto tante scelte, alla fine sono riuscita a diventare madre grazie alla donazione di gameti femminili e anche lì ho passato tutta una fase dove non l'ho detto a nessuno perché avevo paura che qualcuno non mi legittimasse come genitore, ma quello era ancora tutto un ragionamento che stavo facendo anch'io. Anch'io avevo paura di non sentirmi realmente madre dei miei figli perché ero ricorsa all'ovodonazione. Quindi poi man mano sai la vita, tutto cambia, uno metabolizza dei ragionamenti, dei concetti eccetera, mi ritrovo che inizio a pensare che sarebbe bello fare un libro.
Loredana Vannini
Perché in tutti questi anni, che sono stati sette in tutto, della ricerca di un figlio, io quello che proprio impazzivo è che io non conoscevo una persona infertile.
Loredana Vannini
Lavoravo al cinema, cambiavo colleghi, diciamo tra virgolette, giornalmente, settimanalmente, mensilmente, è possibile che io non conoscevo una donna infertile. Una volta incontro una regista infertile, che tra l'altro ci siamo confrontate e mi ha aiutata tantissimo per l'accettazione dell'ovodonazione, anche lei l'aveva fatta in Spagna tra l'altro, e capisco che grazie a una clinica dove stavo in cura poi gli ultimi mesi, che ci assegnavano un numero, io ero entrata con un numero che era 16.816, dopo tre mesi già stavamo a 21.000 e dicevo ma come cavolo è possibile che io non ne conosco mezza, è incredibile.
Michela (Barcelona IVF)
Però magari non le conoscevi perché non ne avevi parlato, no? O perché non se ne parla molto effettivamente o non se ne parlava molto, no, prima?
Loredana Vannini
Io lì già avevo iniziato a parlarne eppure non...
Michela (Barcelona IVF)
Non ne conoscevi.
Loredana Vannini
No, niente. Allora ho detto, pensa quanto sarebbe bello invece, per sentirti più leggera, per sentirti che non sei l'unica sfigata sulla faccia della terra a essere infertile, come sarebbe bello raccogliere dei ritratti. Ovviamente il mio ragionamento era da fotografa, quello facevo, e quindi ho immaginato subito una raccolta di ritratti, che all'inizio è stato faticosissimo. E come succede a me, ero arrivata prima a otto ritratti di donne conosciute nelle cliniche dove gli attaccavo queste pippe giganti. "Perché è importante, è importante io non ne conosco nessuno, tu nemmeno, allora possiamo dare una mano a chi verrà, lo pubblichiamo da qualche parte", doveva essere un progetto piccolo, poi man mano soprattutto attraverso i social, è iniziato a crescere. Diciamo la fatica enorme è stata fino ai 18 ritratti. Dopo dai 40 in poi è stata una passeggiata di salute e io nel frattempo ero diventata mamma durante la realizzazione del libro e alla fine del libro io non potevo spostarmi da Roma e ho avuto addirittura delle ragazze che sono venute a Roma da Trieste, dalla Sardegna, perché volevano dichiarare la loro infertilità e far parte di questo progetto che era "Ci metto la faccia e non mi vergogno".
Michela (Barcelona IVF)
Ti cercavano loro?
Loredana Vannini
Sì, è stato proprio bello. No, erano ragazze con le quali io già avevo preso contatti, dovevo andare io da loro come avevo fatto per tutto il libro, poi ho avuto questo contrattempo e sono loro che mi sono venute incontro. Da questo libro poi, lockdown, quindi un mio amico mi dice: "Ma perché non fai queste dirette, sai ora le fanno, io seguo dirette di fotografi". A me non interessavano le dirette sulla fotografia e allora inizio a farle e ci colleghiamo tra le ragazze con cui avevo realizzato il libro per farci compagnia. Iniziamo a chiacchierare, un giorno chiacchieravo con una, era sempre dalle 14:00 alle 15:00 e poi inizio proprio con la Berruti, che è una psicoterapeuta, anche lei infertile, che quindi aveva partecipato al mio libro, e con lei diventa un po' diverso, perché inizia a parlare da professionista. Quindi inizio a farle con lei, le ragazze erano super felici e piano piano l'account era aperto, quindi iniziano ad arrivare altre donne infertili, iniziano ad arrivare professionisti che mi dicono: "Vuoi intervistarmi?", io gli faccio: "Certo".
Loredana Vannini
E poi da là diciamo che è partito così.
Michela (Barcelona IVF)
Che bella storia, perché è nato alla fine, diciamo, per la tua esperienza personale, poi alla fine hai creato tutto un mondo che è ruotato attorno a quello.
Loredana Vannini
Anche abbastanza casuale è stato tutto. Io ci credo, cioè, come il nome del libro, secondo me non c'è nome più azzeccato, io sono proprio orgogliosa. Quando le ragazze mi scrivono su Instagram o una mail e mi scrivono: "Ciao, anch'io sono una delle tante". Il primo anno proprio ci piangevo, era una cosa che mi prendeva proprio un nodo alla gola. Adesso un po' mi ci sono abituata, ma ci sono anche tante ragazze e ragazzi che si sono tatuati: sono una delle tante, Sono uno dei tanti, ONEOFMANY. Ed è una soddisfazione enorme. Anche questo titolo, ti dicevo, è stato casuale. Cioè, sempre parlando con un amico che mi prendeva in giro, molto simpaticamente, diceva: "Ok, questo manuale delle infertili come lo chiami?", per sfottermi, ho detto: "Ma non lo so come lo chiamo, ma il senso è che non sei sola, non sei l'unica, ma sei semplicemente una delle tante". Mi è venuto così, la notte ci ripensavo, ho detto: "Io l'ho trovato".
Loredana Vannini
Mi dicevano ma può sembrare offensivo, ma no.
Michela (Barcelona IVF)
No, anzi.
Loredana Vannini
Dobbiamo anche smettere di prenderci sul serio a volte.
Michela (Barcelona IVF)
Certo. Brava Lori. Allora diciamo che essendo anche tu stata dalla parte della paziente quindi che ha cercato al suo tempo informazioni che quindi hai trovato anche difficoltà e tanti ostacoli nel cercare le giuste informazioni. Quali sono state le principali difficoltà nell'avere le giuste informazioni? E ad avere anche accedere a fonti attendibili, perché adesso sappiamo che l'informazione è veramente accessibile a tutti, anche con i social, se ne parla molto di più rispetto a prima, quindi qual è stata la principale difficoltà che hai incontrato al tempo?
Loredana Vannini
Io la principale difficoltà era proprio parlarne con chiunque altro. A livello medico, la comunicazione. I medici sono una categoria particolare e vorrebbero che tu ti affidassi tappandoti le orecchie e chiudendo gli occhi. Però diciamo che quando inizia il primo fallimento, il secondo, il terzo, tu devi trovare una soluzione, devi cambiare qualcosa, vuoi trovare delle alternative, cioè inizi a chiedere e io non avevo risposte, quindi sì, c'era Google, ma in confronto ad adesso, a differenza di sette anni, è cambiato tantissimo. Adesso si sente. Guarda, su Instagram sì. Io quando ho aperto c'era un account che parlava di donazione di gameti maschili ed erano "Diario di una vita sincerologa" che è una coppia che sono diventati anche amici ma non c'era nessun altro, loro comunque non facevano dirette perché non si facevano vedere in volto all'epoca. Quindi certo reperire informazioni per me è stato molto faticoso e per questo mi sono ripromessa che avrei dato un contributo, sia per fare informazione, ma soprattutto per creare delle reti dove le persone infertili potessero comunicare tra di loro, perché la condivisione è un altro elemento essenziale per poter affrontare tutto questo in maniera più leggera, più umana.
Michela (Barcelona IVF)
Certo, sagge parole Lori. Quindi diciamo che una delle parti più gratificanti del tuo lavoro sia anche quella di ricevere i feedback delle persone che ti seguono e che trovano beneficio in ciò che fai. Quindi è così? Ti ricordi qualche feedback in particolare che ti è rimasto nel cuore? Immagino ne avrai a dozzine, no?
Loredana Vannini
Allora, sì, fortunatamente ne ho tanti. Mi ricordo i primi, che ne so, quando ti arrivano le beta positive che le condividono con te, le foto dei bambini. Quello succede anche adesso, le prime volte...
Michela (Barcelona IVF)
I tatuaggi.
Loredana Vannini
Il tatuaggio è una cosa che mi riempie di orgoglio, che tra l'altro il primo non lo feci io, nel senso mi iscrisse una ragazza di Varese e mi disse: "Guarda ti sembrerò pazza ma io vorrei tatuarmi Una delle tante, posso? Cioè ti devo chiedere?". Io ho detto: "Ma come te lo tatui?", e lei mi disse: "Sì ho proprio voglia di tatuarlo perché a me ha aiutato tantissimo, mi dà forza". E allora ce lo siamo tatuate insieme, abbiamo trovato il giorno dal tatuatore, lei ovviamente a casa sua, io qui a Roma, e avevamo fatto queste stories condivise e da lì poi è partito il tatuaggio, sì, è una botta pazzesca, no? Perché è bello, perché...
Michela (Barcelona IVF)
Fa anche capire che si identificano realmente, no, con l'idea del titolo super azzeccata.
Loredana Vannini
Non con il mio, il fatto che tutte vogliono appartenere a qualcosa. L'idea del movimento, quando dicono la tua community, io non mi trovavo bene, perché sono una che si muove, anche quando abbiamo fatto il tour di ONEOFMANY. Subito dopo il lockdown il desiderio di incontrarci perché fino ad adesso erano stati solo messaggi, chiacchiere, tutto virtuale. E invece quando abbiamo iniziato a conoscerci, i medici, le ragazze che ti seguivano, quelle con cui prendi più confidenza, mi piaceva l'idea del movimento inteso come movimento. E poi ragionandoci, cioè ma io che sto facendo? Stai cercando di cambiare una mentalità, la mentalità non solo delle coppie infertili per aiutarle a scegliere quello che più fa per loro senza pregiudizio, ma anche delle persone fertili, perché se capiscono sicuramente ti sostengono o quantomeno non ne stanno al di fuori perché non capirebbero, è semplicemente che non sanno e quindi tu stai cercando di cambiare un pensiero, una cultura preesistente per migliorare la vita a tutti noi, soprattutto a quelli che attraversano questo periodo infertile, chiamiamolo.
Loredana Vannini
E quindi sì, da lì è nata l'idea del movimento e sento che tante vogliono partecipare. Qualche mese fa ho fatto la giornata di volantinaggio, tutte nella propria città, io a Roma con un gruppetto, eravamo poche, eravamo una decina, ma si sono formati in modo autonomo dei gruppi da Palermo a Milano, Perugia, Napoli.
Michela (Barcelona IVF)
Stai mobilitando tutta Italia, stai mobilitando.
Loredana Vannini
È bello, è proprio bello. Ma significa soprattutto che c'è da lavorare, nel senso che tutte vorrebbero cambiare qualcosa e nessuna si vuole sentire sola in questa condizione.
Michela (Barcelona IVF)
Sì, ma anche perché per moltissimi anni, anche un po' per la cultura italiana, c'è stato sempre molto tabù che girava intorno a questi temi, quindi nel momento in cui una persona invece si prende il carico di cercare di cambiare le cose, ovviamente scuote un po' tutti gli altri. Perché poi tutti vogliono partecipare in questa missione, perché alla fine riguarda, e come l'hai potuto constatare, milioni di persone. E chi non lo dice, perché poi c'è anche chi ancora magari ha questa resistenza nel mettersi un po' allo scoperto, nel partecipare in questo tipo di movimenti.
Loredana Vannini
La religione non aiuta. Non aiuta, a parte per la posizione che dichiaratamente hanno preso nei confronti della procreazione medicalmente assistita, ma non aiuta perché si ha questa idea comune che la gravidanza sia sempre magica. Quindi se la natura non ti rende fertile, avrà le sue buone ragioni. Però se la natura fa venire un cancro a un bambino di due anni, spiegami quali sono le sue buone ragioni. Con questo non voglio mettere a confronto il cancro con la fertilità o l'infertilità. È ovvio che è tutta un'altra roba purtroppo, però non è che la natura è il nostro alleato soltanto quando ci pare. Se vogliamo avere una mente scientifica, ce l'abbiamo. Se vogliamo avere una mente più, come te la dico, ecco...
Michela (Barcelona IVF)
Spirituale? Non lo so. O meno razionale?
Loredana Vannini
No, è vero, più spirituale allora lo dovremmo adottare su tutto. Invece per tutto quello che è legato alla gravidanza, alla maternità, alla genitorialità è sempre coperto da questo velo di magia che se ce l'hai è perché tu sarai una buona madre, se invece non ce l'hai probabilmente proteggiamo questi bambini da te come genitore futuro ed è una cosa tremenda perché poi leggiamo fatti di cronaca, non dico quotidianamente per fortuna, ma spesso dove persone che hanno avuto magari con facilità dei figli non si dimostrano poi dei genitori 10 e lode. Quindi uno dovrebbe soltanto capire che noi siamo un insieme di apparati e che chi è miope non gli funziona la vista, chi non gli funziona bene l'apparato riproduttivo, chi non gli funziona bene lo stomaco. Cioè è semplice, e per fortuna c'è la scienza, per fortuna c'è la medicina che cercano di metterci una pezza. Molto più semplice di quello che si direbbe.
Michela (Barcelona IVF)
Certo, verissimo Lori. Quindi, siamo quasi in dirittura d'arrivo. Volevo chiederti, considerata la tua esperienza sia personale che lavorativa, cosa ti senti da condividere in questo podcast, un po' per aiutare le ragazze, per dare degli consigli, qual è il messaggio che ti senti di trasmettere a chi ci sta ascoltando?
Loredana Vannini
Il messaggio è sicuramente di non sentirsi a disagio o colpevoli, e lo so che questo è difficilissimo perché le colpe le devi cercare per dare un senso a tutto questo, ma spesso ho detto che l'infertilità fa come le pare e va dove le pare. È democratica, cioè non è che la ragazza che ha fumato di più, la ragazza che ha studiato di meno, quella che ha un certo ceto sociale, chi acchiappa, acchiappa. Non ce la siamo andata a cercare, a meno che non ti fossi fatta chiudere le tube a 20 anni. Non puoi essertela cercata. Ma la cosa più importante che io vorrei trasmettere alle coppie è che dal momento che scoprono di essere infertili tutto diventa la ricerca del figlio, tutto diventa quello che non hanno. Spesso vedo rapporti che si sgretolano e una vita che si ingrigisce completamente in questa ricerca. Questo non va fatto. Se la tua vita ti piaceva fino al momento di iniziare a desiderare un figlio, tu la devi recuperare. Tu non devi smettere mai di vedere ciò che di bello hai intorno.
Loredana Vannini
Il figlio, io capisco perché appunto ho fatto tantissime fecondazioni e sono stata quasi un kamikaze per anni, il desiderio di maternità è veramente violento perché ti torna e anche se a volte tu decidi di prenderne le distanze perché sei stanca delle cliniche, sei stanca degli esami del sangue, sei stanca, rifiati per un po' ma poi ti ritorna, è veramente costante.
Loredana Vannini
Ma tu devi cercare di essere lucida rispetto a tutto quello che intorno hai. Le disgrazie capitano a tutti, a chiunque, anche più grandi. Devi restare focalizzata sul tuo obiettivo, ma cercare di raggiungerlo con una serenità, non smettendo di godere delle piccole cose, che può essere un aperitivo con un'amica, il sesso col tuo compagno, una gita. Devi cercare di dare valore alle cose belle che hai intorno. E non farti annullare dalla ricerca di un figlio, perché quello è un peccato e spesso poi il figlio ce l'hai e tu sei sgretolata e invece no, ci sei sempre prima tu, perché tu poi dovrei fare da guida a quel bambino e dobbiamo arrivare alla gravidanza stabili, equilibrate, sennò diventa un casino.
Michela (Barcelona IVF)
Anche fermarsi a volte, quando il corpo lo richiede, magari non accanirsi, fare tentativi dopo tentativi, perché poi si arriva stremate, come dici tu, quindi prendersi delle pause, saper aspettare quando è il momento di fermarsi, anche cercare di ascoltarsi un po' di più.
Loredana Vannini
Tu lì entri in conflitto con il tuo corpo, con il tempo che passa e soprattutto con la paura che non ce la farai entro un tempo ragionevole e quindi quello, cioè, fermarsi è una sconfitta per molte di noi. Però, invece, è sanissimo perché devi anche affrontare tutto il più rilassata possibile. Come tutte le cose, come un esame, come qualsiasi cosa, ovvio che se ci vai rilassata te lo godi di più e meglio. È un ottimo allenamento, l'infertilità, ecco, è un allenamento proprio per la vita, maturi tanto, scopri delle qualità che probabilmente non sapevi di avere, come la tenacia, la determinazione, devi farlo soltanto nel migliore di modi senza disintegrarti, ecco.
Michela (Barcelona IVF)
Certo, grazie Lori, grazie per aver condiviso la tua storia e per tutto quello che hai creato fino adesso e che stai continuando a creare. Per chi non conoscesse ONEOFMANY, ovviamente questo è un invito a seguire il movimento, la sua pagina Instagram che è ricca di tantissime informazioni, anche di tantissime dirette. Quindi l'infertilità va normalizzata e grazie a te Loredana per contribuire in questa ardua missione. Quindi grazie ancora e grazie a tutti coloro che ci stanno ascoltando. Ciao Lori, grazie.
Barcelona IVF
On-Fertile Minds, The Barcelona IVF Podcast.