No, non abbiamo figli. L’amore ai tempi dell’ infertilità

Se il desiderio di avere un figlio si incarna nell’anima, da lì non se ne andrà più. Si trasformerà a seconda dell’esito della ricerca. Se si diventa effettivamente genitore, si sviluppa in un certo modo. Se questo non accade, si tramuta in altro. In cosa? Ognuno la vivrebbe in modo differente, secondo la propria sensibilità. Giorgio M. Ghezzi si mette a nudo in questo libro e ci rivela la sua esperienza. Ci racconta il suo percorso, le sue speranze, le delusioni, i sorrisi e le lacrime, i pregiudizi. Lo fa con schiettezza, guardandosi dentro, con la voglia di condividere il suo sentire.

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Trascrizione

Barcelona IVF

On Fertile-Minds, The Barcelona IVF Podcast.

[00:00:14.340] - Samantha (Barcelona IVF)

Ciao Giorgio, grazie mille per essere qui con noi e per aver accettato il nostro invito. Per chi non lo sapesse, Giorgio Ghezzi è l'autore del libro «No, non abbiamo figli.». L'amore ai tempi dell'infertilità, un punto d'incontro tra coloro che vivono un'esperienza dolorosa e chi prova ad avvicinarsi a loro. Lascio la parola a te, a Giorgio, per poterti presentare, per chi ancora non ti conosce.

[00:00:37.400] - Giorgio Ghezzi

Grazie Samantha, sì, confermo, mi chiamo Giorgio Ghezzi e sono un milanese pentito perché ormai da qualche anno vivo a Roma, ho 52 anni e soprattutto ho attraversato, ormai qualche anno fa, un'esperienza che molti probabilmente delle persone che ci ascoltano hanno conosciuto, che è quella dell'infertilità di coppia, da cui è poi nato il libro di cui, ringrazio ancora Samantha, parleremo oggi.

[00:01:11.700] - Samantha (Barcelona IVF)

Giorgio, ecco, una domanda fondamentale, penso, per tutti quelli che ci ascolteranno: cosa ti ha spinto a scrivere questo libro? Sicuramente immagino la tua storia personale e quindi siamo contentissimi di poterla condividere con te e ascoltarla.

[00:01:29.620] - Giorgio Ghezzi

Il libro in realtà è nato come un quaderno di appunti che prendevo innanzitutto per me. Negli anni, ahimè, tanti, che ho passato con mia moglie alla ricerca di una gravidanza ogni tanto succedevano cose, succedevano fatti, sentivo emozioni, dolori, a volte anche delle felicità e allora prendevo appunti. Prendevo appunti, magari ci attaccavo qualche considerazione rispetto a quello che era successo e un bel giorno ho detto: "Vabbè, gli appunti sono tanti, i temi incominciano a essere i più svariati", e allora ho voluto dargli una forma compiuta.

[00:02:12.240] - Giorgio Ghezzi

Io, per carità, non sono uno scrittore, ho scritto delle cose nel mio passato ma non mi considero uno scrittore, però mi son divertito a mettere in bella copia queste cose, a dargli una forma più compiuta.

[00:02:30.070] - Giorgio Ghezzi

Mentre lo facevo mi son reso conto di quello che probabilmente era il vero obiettivo, che era quello di condividere con altre persone quello che io stavo passando. Io penso che questo libro abbia un paio di caratteristiche, poi dovranno dirlo i lettori e non io.

[00:02:52.260] - Giorgio Ghezzi

Il primo è quello che è uno, penso, dei pochi libri su questi temi, non di divulgazione scientifica ovviamente, scritto da un uomo. La letteratura sul tema è dominata dall'universo femminile, che sicuramente è quello più impattato e più anche sofferente, forse, rispetto a questi percorsi. Gli uomini non scrivono, non parlano, non vanno sui blog a raccogliere informazioni.

[00:03:26.750] - Giorgio Ghezzi

A volte siamo una parte un po' passiva della dinamica di coppia di questi percorsi faticosi per la coppia. Una cosa che racconto spesso perché mi ha colpito: soltanto dopo che ho scritto questo libro e questo libro è stato pubblicato ho iniziato a parlare con degli amici che avevano avuto le stesse problematiche, gli stessi percorsi, con esiti più svariati. Ma prima non lo facevamo, prima non parlavamo. Magari le nostre mogli si confrontavano quotidianamente, noi invece da veri machi italiani non se ne parlava.

[00:04:12.510] - Giorgio Ghezzi

E non se ne parlava per tanti motivi. Uno di questi io penso che sia il fatto che c'è ancora molta ignoranza, o comunque disinformazione, su questi temi. Una delle cose che racconto, ad esempio, è che ci sono ancora delle incomprensioni, degli errori proprio nel racconto, per cui si confonde l'infertilità con l'impotenza, che per un uomo è il peggiore insulto che gli puoi fare.

[00:04:51.740] - Giorgio Ghezzi

Addirittura ci sono degli articoli su giornali, e questo ci dice forse qualcosa sulla qualità dell'informazione ma questo è un altro discorso, non lo affrontiamo oggi, in cui appunto parlando di infertilità si dice: "Tot per cento degli uomini sono impotenti". Quindi questo forse è una delle radici, dei motivi per cui fra uomini non se ne parla, c'è molta ritrosia, c'è una tendenza a vivere in modo individuale quello che si sta passando come se fossimo delle comparse in questo percorso.

[00:05:30.060] - Giorgio Ghezzi

Mentre in realtà poi i dati scientifici, i dati epidemiologici ci dicono che in realtà c'è una componente maschile anche spesso tra le cause dell'infertilità. Quindi sì, è stato un modo per condividere un percorso e devo dire che la cosa forse più bella che mi è successa dopo che questo libro ha visto la luce è stato proprio quello di avere dei riscontri da donne, ma anche da uomini, che dicono: "Porca miseria, questo è successo anche a me". Io semplicemente ho provato a dare forma, voce a emozioni e a fatti e a sofferenze che molti attraversano.

[00:06:24.740] - Giorgio Ghezzi

L'altra caratteristica che mi piace ricordare in questo libro perché ci tengo è il fatto che tutto questo ho provato a farlo in modo leggero, cioè senza indugiare in autocommiserazioni, "Povero me". No, c'è un modo di affrontare queste cose che può anche essere leggero, lieve, cercando di trovare un senso anche in quello che succede e non soffermandosi in questa difficoltà. La vita va avanti, so che è banale dirlo però è così, dobbiamo continuare, dobbiamo accogliere quello che succede, provare a elaborarlo, a farci aiutare anche laddove necessario per continuare nel nostro percorso, o per arrivare a un certo punto a chiuderlo serenamente, nel modo più sereno possibile e ripensare anche a noi stessi in forma diversa.

[00:07:32.250] - Giorgio Ghezzi

Io oggi non sono padre, però sono comunque un uomo felice e soddisfatto della mia vita e quindi in qualche modo ho superato anche quel percorso, che probabilmente mi ha anche cambiato ma anche rinforzato, mi ha anche fatto crescere come persona. C'è un altro aspetto che mi piace ricordare di questo libro e cioè che ha una prefazione scritta dal professor Carlo Flamigni. Chi ha a che fare coi temi della riproduzione assistita probabilmente lo ha conosciuto perché è poi il medico che ha portato in Italia tutte le tecniche di procreazione assistita qualche annetto fa.

[00:08:15.170] - Giorgio Ghezzi

Io ho avuto la fortuna di conoscerlo poco prima che ci lasciasse, ha avuto modo di leggere il mio libro, gli è piaciuto e mi ha fatto questo regalo di regalarmi una sua prefazione, e questa è una cosa a cui tengo molto perché penso che sia stato un personaggio molto importante per questi temi in Italia.

[00:08:42.380] - Samantha (Barcelona IVF)

È bello Giorgio, anzi, grazie mille veramente. Come questo è un tema che tocca tantissimi uomini, perché, come abbiam detto sempre, pensiamo che il tema dell'infertilità sia dovuto solo al mondo femminile, però effettivamente ad oggi ci sono tantissimi casi di infertilità maschile, tu da uomo, da autore, da persona che ha vissuto questo percorso in primis, avresti un messaggio da dare ad altre persone, ad altri uomini soprattutto che stanno passando per il tuo stesso percorso? Che cosa ti sentiresti di dire? Gli possiamo lasciare un messaggio che li possa aiutare? Un messaggio di speranza, lo chiamo io.

[00:09:26.210] - Giorgio Ghezzi

Un messaggio è sicuramente quello di parlarne, di condividere i propri stati d'animo, le proprie sofferenze, i propri pensieri. Quindi non avere timore di confrontarsi con la compagna, con gli amici, con lo psicologo, con chi ritengono, però di farsi in qualche modo aiutare, di condividere il percorso. Non è un percorso che si fa da soli. Anche quando ci sentiamo soli, e questo è uno dei pensieri che in qualche modo mi ha aiutato, dobbiamo sempre pensare che ci sono qualche milione probabilmente di persone che stanno affrontando la stessa difficoltà.

[00:10:10.050] - Giorgio Ghezzi

Magari non li conosciamo, magari sono lontani, magari sono i nostri colleghi di ufficio che manco lo sappiamo, però siamo in tanti e le difficoltà sono le stesse per tutti.

[00:10:23.920] - Giorgio Ghezzi

L'altro messaggio che mi piacerebbe lasciare è quello che accennavo prima di affrontare queste cose non con leggerezza ma con levità, cioè con il cuore leggero, perché io penso che anche il modo in cui attraversiamo le tempeste della vita ci aiuti a uscirne il più possibile salvi e senza troppi danni.

[00:10:52.680] - Giorgio Ghezzi

Sicuramente sono momenti complessi, sono momenti di sofferenza, a volte possono essere senza un lieto fine, come nel mio caso, o apparentemente senza un lieto fine perché poi, come è successo nel mio caso, uno si ritrova in modo diverso, in modo nuovo e altrettanto soddisfacente.

[00:11:14.370] - Samantha (Barcelona IVF)

[interferenza 00:11:14] 

[00:11:14.930] - Giorgio Ghezzi

Quindi la levità, io vorrei regalare questo: un po' di levità. Penso che sia importante per chi sta attraversando un percorso di questo tipo dare una parola, dare una voce alle proprie emozioni. Io penso che io ho semplicemente fatto un esercizio di trovare delle parole che descrivono uno stato d'animo in cui le persone possano riconoscersi e riconoscersi senza vergognarsi. Io a un certo punto ero arrabbiato, ero molto arrabbiato, ero arrabbiato perché io non ci riuscivo e altri ci riuscivano. Io penso che non dobbiamo vergognarci o avere paura di esprimere un'emozione, anche apparentemente negativa, di condividerla e di portarla fuori perché se la teniamo dentro diventa qualcosa che ci lavora e ci fa ancora più male.

[00:12:11.910] - Giorgio Ghezzi

Quindi l'invito che mi piace fare è quello di buttare fuori le proprie emozioni, di dargli un nome. Se sei arrabbiato sei arrabbiato, se sei invidioso, io ero invidioso ogni volta che vedevo una coppia con una carrozzina, dicevo: "Perché loro sì e io no?". Va bene, va bene, è un sentimento, magari in quel momento è negativo però tenerlo dentro serve poco. Allora diciamolo serenamente: "Sono arrabbiato. Va bene. Sono invidioso. Va bene". Perché non sei l'unico a essere arrabbiato o invidioso o qualsiasi altra cosa. L'importante è poi guardare avanti, provare a portarsi a casa...

[00:12:56.070] - Samantha (Barcelona IVF)

Una nuova versione di se stessi. Questo è quello che portano a volte, penso, sicuramente i problemi che viviamo nella nostra vita quotidiana, tutti quanti. A volte, invece di potersi buttare nello sconforto, è giusto anche riconoscerci in qualcosa di nuovo che va fuori dai nostri standard, dalle nostre idee, anche a livello di società.

[00:13:21.350] - Samantha (Barcelona IVF)

Quindi grazie Giorgio, io ti ringrazio tantissimissimo per essere stato qua con noi, per averci dato il tuo punto di vista, averci raccontato il tuo libro e anche la tua storia. Sono sicuro che questo post arriverà a tantissime persone che ad oggi stanno affrontando questo momento. Ci tenevamo da Barcelona IVF a ringraziarti tantissimo per la tua presenza.

[00:13:48.310] - Giorgio Ghezzi

Grazie a te, grazie a voi per il lavoro che fate, a tutti quelli che ci sentiranno intanto un "in bocca al lupo" per il percorso che stanno facendo e poi...

Barcelona IVF

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